venerdì 28 marzo 2008

Alla II H

Cari ragazzi,
voglio riprendere la discussione fatta l’ultima o la penultima lezione. Ho fatto leggere a Mirta un brano del suo commento sul metodo di conoscenza indiretta (o fede). Come ricorderete questo brano descriveva la fisica in modo molto entusiasta e vi ho chiesto “Che cosa direbbe un vostro amico della squadra, della sala giochi, ecc. se gli leggeste questo testo?” Varie risposte: indifferenza (“ma vattene!”), curiosità (“davvero?”), scetticismo (“ma che dici?”), come avete anche esemplificato raccontando dialoghi con i vostri compagni. Poi vi ho chiesto “perché è così per voi e non per gli altri?”, qui la risposta immediata è stata: “perché loro non la studiano”. Tuttavia, Boris ha detto che anche amici che studiano fisica sono incuriositi da come lui ne parla, ricerca, ecc. Accade una sorta di “contagio”, tanto che l’amico chiede il libro per poterlo leggere. Quindi non è sufficiente studiare una cosa per esserne interessati. Che cosa occorre? Questa domanda io non l’ho posta, anche se l’ho pensata. Penso, forse mi sbaglio, che per molti di voi sia importante il modo con cui io vi propongo la materia e forse ancor di più come io mi accosto, guardo e “maneggio” le cose che spiego. Perché non ho portato la discussione su questo argomento? Per vergogna. Cosa significa? Perché mi sembrava di darmi delle arie, di mettervi in imbarazzo, eccetera. Invece sarebbe stato giusto arrivarci ed è per questo che riprendo il discorso con questa lettera. Infatti fa parte del metodo (cioè della strada, del percorso) che avete seguito la particolare modalità di insegnamento che avete ricevuto e la persona che ve lo ha impartito. Non si può, assaporata la meta, dimenticare come ci siamo arrivati e chi ci ha accompagnato, pena il rischio di camminare con più difficoltà in futuro. Insisto su questo perché è vero prima di tutto per me. Infatti, perché a me appassiona la fisica? Se rispondessi perché mi è interessata fin da ragazzino, per le letture che feci, ecc. direi una cosa non vera, perché quell’interesse sarebbe definitivamente svanito se non avessi incontrato in terza liceo la prof.ssa Bruschi che mi spiegò in una lezione pomeridiana per un gruppo di tre-quattro ragazzi, la prima legge della dinamica, facendoci immaginare un mondo senza inerzia o senza attrito, così capii che il nostro mondo è “un certo mondo”, pensato in un determinato modo; oppure se un’altra prof. (non mi ricordo il nome, accidenti!) in quinta non avesse aiutato me ed alcuni miei compagni di classe a ripassare il programma di fisica, facendoci intuire le realtà descritte da un pacchetto di formule abbastanza semplici da imparare (il programma di fisica secondo me), ma del cui significato non sapevamo dire nulla; se non avessi seguito il corso del prof. Forino di Fisica generale I, o le due lezioni del prof. Bergia sulla relatività in preparazione al concorso; oppure, più recentemente, gli articoli del prof. Bersanelli e le mostre dell’Associazione Euresis che mi hanno fatto intuire il legame tra innumerevoli fattori del mondo naturale e l’uomo, la riflessione di Benedetto XVI su natura e matematica, che ho condiviso con voi, le parole del prof. Nembrini sul lavoro dell’insegnante, ecc.. Come vedete è una catena ininterrotta di “testimoni”, di persone che mi hanno introdotto e mi introducono a questa disciplina, e alla realtà tutta. Quindi non solo quando si è giovani il metodo della conoscenza indiretta è quello privilegiato, ma sempre, per questo è importante rendersene conto e non correre il rischio di dire “all’inizio era così, ora che so di cosa si tratta posso fare da solo”, salvo poi diventare degli “impallinati” della materia o col tempo provare nostalgia per un modo di studiare che sembra non possa ripetersi più.
Purtroppo il contesto in cui viviamo non ci aiuta, ci spinge ad assumere acriticamente dei modelli (quello che sa fare tutto da solo e non ha bisogno di nessuno) e non a renderci conto della nostra effettiva esperienza. Questo influsso è la ragione per cui mi sono irragionevolmente fermato nella discussione; oggi mi sento tranquillo nel riprenderla, perché mi sembra chiaro che non si tratta di darsi delle arie, ma di descrivere un metodo che io stesso ho seguito.
Spero che abbiate sempre quella passione per la vostra vita e quell’umiltà che ci rende liberi dagli schemi e dai modelli propagandati dall’ambiente per riconoscere i fatti e i testimoni che vi hanno introdotto in modo significativo alla realtà.
Vi ringrazio per avermi dato, grazie alla discussione in classe, l’occasione di capire meglio queste cose.

Ciao a tutti,

Prof. Guidi

martedì 25 marzo 2008

Compiti V M giovedì 27 marzo

Matematica
Esercizio guida n.1 E165, esercizi n.27,31 E165;
esercizio guida n.6 E176, esercizio n.187 E177;
esercizio n.546 E144 (vedi formule E139 e ss.).

Fisica
Studiare pp. 170/173;
trattazione sintetica dal titolo "La forza di Lorenz" (max 15 righe).

lunedì 17 marzo 2008

Compiti martedì 18 marzo I H I

1. Traccia le seguenti rette:
y=x
y=1/2x-2
y=-2x+3

2.Elabora con il metodo grafico i seguenti dati di un esperimento forza-allungamento (su carta millimetrata).

F (N) l-l0 (cm)
0,24 ± 0,02 6,4 ± 0,1
0,38 ± 0,02 9,6 ± 0,1
0,60 ± 0,04 16,4 ± 0,1
0,98 ± 0,06 26,3 ± 0,1

3. Sapendo che le grandezze massa (m) e volume (V) sono direttamente proporzionali, completa la seguente tabella:
V (m3) m (kg)
0 0
0,50 380
- 760
- 950
2,25

Compiti per martedì 18 marzo II B H

1. Assegnati i vettori F1(+10 N;0), F2(-6 N;0) ed F3(0;-5 N) di cui sono note le componenti cartesiane, svolgi le seguenti operazioni con il metodo grafico e quello analitico. Esprimi l'intensità del vettore risultante. (Nel metodo grafico l’intensità del vettore risultante sia determinata mediante la scala del disegno).
a. F1+F2
b. -F1+2F2
c. F1+F2+F3

2. Assegnati i vettori F1(+8 N;+6 N), F2(-2 N;+5 N) ed F3(-4 N;0) di cui sono note le componenti cartesiane, svolgere le seguenti operazioni con il metodo grafico e quello analitico. Esprimi l'intensità del vettore risultante. (Nel metodo grafico l’intensità del vettore risultante sia determinata mediante la scala del disegno).
a. F1+F2
b. F1-2F2
c. F1-F2+1/2F3

3. Dei seguenti vettori è data l'intensità e l’angolo descritto in senso antiorario con il semiasse positivo delle ascisse. Determina le componenti cartesiane.
a. F1(8N; 60°)
b. F2(10 N; 120°)
c. F3(7 N; 210°)